Dall'uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano.
Dal 28 Marzo 2025
al 31 Dicembre 2025

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano.

“Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola” è la nuova mostra del Parco Archeologico di Ercolano, ospitata nelle splendide sale affrescate di Villa Campolieto, una delle più affascinanti residenze borboniche del Miglio d’Oro.

Prendendo spunto dal celebre verso del poeta Orazio “Ab ovo usque ad mala”, che indica un pasto completo dall’antipasto alla frutta, l’esposizione invita il visitatore a intraprendere un viaggio alla scoperta delle abitudini alimentari degli antichi Ercolanesi, attraverso un’eccezionale raccolta di reperti organici straordinariamente conservati.

Come su un ideale vassoio d’argento, l’antica Herculaneum offre oggi testimonianze concrete della sua vita quotidiana: pane, cereali, legumi, frutta, uova, frutti di mare… reperti che, pur carbonizzati, sembrano ancora sprigionare profumi e sapori, raccontando storie di gesti domestici, di preparazioni meticolose e di momenti conviviali. Accanto a questi alimenti, non mancano vasellame finemente decorato, utensili da cucina, strumenti per la preparazione, la conservazione e il consumo dei cibi, oggetti d’uso comune e di lusso che testimoniano l’intera filiera, dalla produzione allo smaltimento.

Il cibo non è mai soltanto bisogno fisiologico, ma espressione dell’intera cultura di un popolo e in nessun altro luogo come a Ercolano si coglie questo particolare legame tra civiltà e alimentazione, anche in continuità con la cultura campana di oggi fatta di attenzione alla qualità delle materie prime, di cura nella preparazione, di gusto estetico nella presentazione della tavola, di amore per la convivialità, di valore dell’ospitalità.

Non a caso la mostra si apre con la visione dei calchi in resina di alcuni degli oltre trecento scheletri di fuggiaschi ritrovati nei fornici della spiaggia, il cui studio antropologico ha consentito di stabilire possibili connessioni fra stato di salute della popolazione e cibo che essa assumeva, fornendo indicazioni molto precise sulla sua dieta, sulla sua alimentazione, sulle sue malattie.

Il percorso espositivo è pensato per creare un dialogo tra passato e presente: le testimonianze archeologiche si intrecciano con immagini e suggestioni della Ercolano contemporanea, offrendo al visitatore un’esperienza immersiva, anche attraverso l’allestimento concepito secondo il principio della “stanza nella stanza”. Il visitatore fa continui passaggi temporali dall’antico al presente, dai reperti del I secolo d.C. agli splendidi ambienti affrescati della dimora settecentesca.

Prodotta dal Parco Archeologico di Ercolano in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane e il supporto scientifico del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II, “Dall’uovo alle mele” rappresenta una tappa significativa nel percorso di valorizzazione culturale del Parco Archeologico. Dopo l’esposizione sugli oggetti di lusso all’Antiquarium e quella dedicata al legno presso la Reggia di Portici, questa nuova mostra arricchisce ulteriormente il racconto della vita quotidiana nell’antica Ercolano, con reperti che si confermano autentici ambasciatori di storia e cultura, ben oltre i confini dell’area archeologica.

 

Sorta in una posizione fra le più felici e suggestive, a valle della borbonica strada delle Calabrie, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, Duca di Casacalenda che nel 1755, affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo. Costretto ad abbandonare l’opera intorno al 1760 fu sostituito da Luigi Vanvitelli che, dal 1763 al 1773 (anno della sua morte) ne diresse i lavori, completati nel 1775 dal figlio Carlo. La Villa Campolieto, acquisita nel 1977 dall’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione, dopo 6 anni di restauro è stata riportata al suo primitivo splendore e restituita alla pubblica fruizione. L’edificio è impostato a pianta quadrata, articolando i quattro blocchi di una galleria centrale a croce greca, e si sviluppa su cinque livelli. La facciata posteriore della Villa si apre con un portico ellittico a colonne toscane che forma un belvedere coperto e si conclude con un magnifico affaccio al mare con una vasca e una scala a forma ellittica che unisce il corpo di fabbrica al giardino sottostante. A sinistra, l’imponente scuderia ideata dal Gioffredo, con volte a crociera e pilastri in piperno. Il Vanvitelli “stravolgendo il disegno originario del Gioffredo” ridisegna completamente lo scalone della Villa, creando un rampante centrale e due laterali sul modello sperimentato a Caserta, arricchendolo con un mascherone e una grottesca situati nel lato interno dell’arco d’ingresso e da sei nicchie che scandiscono la salita al piano nobile contenenti delle statue a soggetto mitologico, il vestibolo poi, si presenta con un atrio coperto a cupola e fiancheggiato da due nicchie absidali. La sua funzione era quella di accogliere e di indirizzare gli ospiti nei diversi ambienti dell’appartamento. Dalla stanza chiamata “Cannocchiale” per la sua caratteristica conformazione, si accede nelle sale private della famiglia, giungendo poi nella sala da pranzo, sicuramente una delle stanze più suggestive della villa, ideata dal Gioffredo a forma quadrata con soffitto a botte, veniva stravolta dal Vanvitelli che raccogliendo i voleri del padrone di casa, la rendeva circolare con una tecnica cosiddetta “Incannucciata”, che consiste in una nervatura in legno, sovrapposta con canne da bambù, ingessata e poi affrescata.