Casa del Sacello di legno
La casa deve il suo nome a un bellissimo armadio con larario in legno a forma di tempietto con capitelli corinzi, ritrovato carbonizzato in un cubicolo al piano terra a destra dell’ingresso.
La domus, seppur con piccole trasformazioni avvenute nel corso del tempo, ha conservato fino alla sua ultima fase di vita il tipico aspetto delle dimore ercolanesi di II secolo a.C. Ne è dimostrazione la disposizione planimetrica delle stanze con la canonica successione di ingresso, fauces, atrio, tablino. Addirittura nell’atrio sono visibili le tracce di un antico loggiato che si doveva sviluppare sul tablino e sulle stanze affacciate sul V Cardo, secondo un modello che ad Ercolano è ben rappresentato dalla Casa Sannitica. Oggi la casa ci appare spoglia con pochi avanzi di decorazioni riferibili alla sua ultima fase di vita ma in antico doveva avere una certa dignità nonostante il modesto sviluppo planimetrico. Ne è conferma il bel pavimento del tablino che mostra un cocciopesto decorato con motivi geometrici ottenuti mediante l’inserimento di tessere bianche, databile tra il II ed il I secolo a.C. Proprio in corrispondenza dell’ingresso a questa stanza è stato realizzato un saggio archeologico che ha permesso di indagare i livelli sottostanti la pavimentazione in cocciopesto dell’atrio portando alla scoperta di una canaletta in mattoni e muratura, orientata Est-Ovest, che serviva a convogliare le acque dei tetti nella vasca dell’impluvio e da qui nella sottostante cisterna. Era dunque parte del sistema di accumulo d’acqua piovana che serviva al fabbisogno degli abitanti i quali potevano recuperarla attingendola attraverso l’imbocco circolare presente sul lato Sud della vasca: un elemento che resterà attivo fino all’ultimo momento di vita dell’edificio e che ci testimonia in maniera diretta il fatto che in questa domus, a differenza di molte altre presenti ad Ercolano, non vi era acqua corrente quando giunse l’eruzione del 79 d.C.
Scheda degli interventi manutentivi attuati nella Casa del Sacello di Legno
In questa domus alcuni interventi di carattere eminentemente strutturale, come la ricostruzione dei pochi solai di copertura presenti nella casa, sono stati eseguiti in anni precedenti. Nell’intervento attuale sono state realizzate lavorazioni propedeutiche prevalentemente alla fruizione. Anche questa domus, infatti, come la Casa del Colonnato Tuscanico, fa parte della progettazione “a tappe” nell’ottica di una efficace distribuzione delle risorse. I lavori hanno, quindi, riguardato prevalentemente le pavimentazioni delle fauces e dell’atrio, ambienti privi di copertura e quindi affetti da fenomeni di ristagno delle acque e crescita di vegetazione infestante. A seguito di una accurata pulizia archeologica, si è potuto constatare lo stato di conservazione estremamente precario del sottofondo originario e delle residue porzioni di finitura antica; inoltre, sono stati rilevati limitati spessori su cui attestarsi per l’esecuzione di un massetto di sacrificio moderno a copertura dello strato antico. Per questo motivo, gli interventi eseguiti di stuccatura delle porzioni antiche e di ricopertura del sottofondo sono da ritenersi di natura sperimentale al fine di valutare la durabilità degli stessi nel tempo, in assenza di coperture e sotto la pressione antropica determinata dall’azione di calpestio. Hanno completato le opere, alcuni interventi di rifacimento di sommità murarie e la posa in opera di nuovi infissi di chiusura.