NATURA MORTA CON FRUTTA

Questa natura morta, oggi parte della collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, raffigura una melagrana e una pesca con picciolo e quattro foglie, disposte su un piano orizzontale appena suggerito da una fascia verde. La funzione principale di questo quadretto sembra essere esclusivamente ornamentale, come dimostra la vasta diffusione di queste pitture nelle domus romane, dove decoravano ambienti di vario genere, spesso in forma di piccoli riquadri stilizzati. Riconducibile al genere degli xenia (rappresentazioni parietali di alimenti e prodotti alimentari che prendono il nome dai doni di cibi freschi che i padroni di casa usavano inviare agli ospiti nelle loro stanze) contribuivano insieme ai quadri mitologici a far avvolgere l’osservatore da un’aura di benessere e cultura, in una società in cui la gastronomia raffinata rappresentava un’espressione di status.
OFFERTA SACRA

Il quadretto, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, proviene dalla Casa dei Cervi, una delle più sfarzose domus di Ercolano, ed era parte di una serie di sette quadretti che decoravano l’oecus, ambiente destinato al soggiorno e agli ospiti. Raffigura una statuetta di Dioniso, avvolto in una lunga veste e con il tirso nella mano sinistra, mentre con il braccio destro solleva un kantharos (coppa per bere vino). Ai suoi piedi, su un terreno rossiccio, sono disposti elementi votivi: un rametto d’ulivo, un kantharos argenteo rovesciato con residui di vino, la testa recisa di un capretto e una brocca di bronzo dalla bocca trilobata. Alle spalle della statua un vassoio bronzeo con anse mobili, su cui sono disposti una pigna e una scodella di terracotta ricolma di fichi e datteri, simboli dell’offerta rituale. La composizione è pensata per trasformare il valore laico e gastronomico del cibo in un’offerta votiva alla divinità, in un processo ricorrente nell’arte ercolanese, dove il repertorio alimentare assume un significato religioso e simbolico.
BANCHETTANTE ED ETERA

Questo raffinato quadretto, oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, raffigura una scena di banchetto in cui i protagonisti sono un giovane uomo, semidisteso su un letto triclinare, nell’atto di sollevare un corno potorio (recipiente per bere a forma di corno di bue) da cui zampilla del vino, simbolo di convivialità e piacere. Accanto a lui, una figura femminile, con ogni probabilità una escort (etera), siede con grazia, avvolta in un pesante panneggio che le copre le gambe, mentre un velo le sfiora le spalle e le braccia, accentuandone la sensualità. A lei si rivolge un’ancella, raffigurata nell’atto di porgerle uno scrigno, forse contenente gioielli o profumi. In primo piano domina la scena un tavolino treppiedi, probabilmente in legno, impreziosito da piedi a zampe leonine, chiaro esempio della raffinata artigianalità dell’epoca. Su di esso spiccano eleganti oggetti in vetro da mensa, aggiungendo ulteriore ricchezza alla composizione.