Gli oggetti esposti in questa vetrina offrono uno spaccato della ricchezza e del cerimoniale che caratterizzavano la mensa aristocratica in occasione di sontuosi banchetti. Essi rappresentano un arredo da tavola impiegato dal dominus nelle occasioni solenni, concepito non solo per la funzionalità, ma anche per esibire il prestigio e la raffinatezza del padrone di casa.
La cena, considerata il pasto principale della giornata, si svolgeva, in occasioni speciali, all’interno delle sale triclinari. Questa sala traeva il suo nome dal letto (lectus) a tre posti (triclinia) su cui i convitati si distendevano per desinare. Le pareti, magnificamente affrescate, erano illuminate da alti candelabri in bronzo, spesso decorati con motivi richiamanti forme animali o vegetali, come quelli qui esposti. Sulla loro sommità erano collocate lucerne in bronzo finemente lavorate, che diffondevano luce e aromi, poiché il combustibile impiegato era quasi sempre un olio vegetale profumato.
Al centro del triclinium, si trovava un tavolino in legno, qui rappresentato da un esemplare dai piedi ornati con teste di grifo e una base sagomata a lungo artiglio felino. Il servizio da tavola era quello delle grandi occasioni, come si può ammirare in questa selezione dove sono esposti un bicchiere in finissima ceramica, due coppe, una in vetro ed una in argento ed un attingitoio anch’esso in argento.
Un elemento curioso e simbolicamente potente arricchiva la tavola: la larva convivialis, un piccolo scheletro – qui esposto in un esemplare in argento proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli – che ricordava ai commensali la fugacità dell’esistenza. Questo oggetto serviva a esortare i partecipanti a godere dei piaceri della vita, primo fra tutti il cibo, in un perfetto connubio tra lusso e riflessione sulla transitorietà dell’essere.