Questa statua in marmo proviene dal giardino di una delle più grandi e lussuose domus della città di Ercolano, la Casa dei Cervi. La statua raffigura Ercole in un momento di debolezza legato all’ebbrezza, mentre urina. L’eroe appare barcollante e instabile, e la sua nudità mette in evidenza una carne flaccida, accentuando l’espressione della decadenza del figlio di Giove.
Questo tipo iconografico, noto come Hercules mingens, è documentato da un altro esemplare in bronzo proveniente da Pompei. Ampiamente diffuso nel mondo romano dal II secolo a.C. fino all’età imperiale, deriva da modelli ellenistici ispirati in particolare alla letteratura comica e satirica greca. Sono note altre rappresentazioni dell’Ercole ebbro, come nel caso dell’Hercules Bibax, immagine che rievoca la mitica gara di bevute tra Dioniso, dio dell’ebbrezza, ed Ercole, un tema attestato in numerose opere pittoriche, scultoree e musive.
Queste immagini dell’eroe dedito al vino hanno una valenza ironica, rimandando al banchettante stesso. La presenza di questa statuetta nel giardino, luogo di otium e piaceri, non è casuale: era infatti strategicamente collocata tra le due vaste sale da pranzo (triclinia), dove i convitati si abbandonavano ai piaceri della tavola. La sua esposizione costituiva inoltre un mezzo per il padrone di casa di ostentare davanti ai suoi ospiti la propria ricchezza e il suo gusto per l’arte e la cultura greca, strettamente legata alla pratica del banchetto romano.