Casa del Colonnato Tuscanico,
in un pannello l’origine della città dedicata a Ercole
La singolare planimetria del complesso suggerisce che la Casa del Colonnato Tuscanico sia il risultato della fusione di due nuclei abitativi originariamente distinti. Un primo corridoio è affiancato da due botteghe affacciate sul Decumano Massimo ma comunicanti con l’abitazione. La bottega, con ingresso al civico 16, era in origine un cubicolo aperto sull’atrio, dipinta in III Stile con una scena di sacrificio alla presenza di Ercole. Sull’atrio, con originale impluvio di tufo rivestito di marmo in età imperiale e trasformato in fontana, si apre un altro corridoio dal quale si accede al peristilio con colonne che dà il nome alla casa. A destra si trova il triclinio, la grande stanza conviviale, le cui pareti sono decorate con immagini di Bacco e di Apollo. Sul lato ovest del peristilio si aprono gli ambienti di servizio: la cucina, con bancone e pittura di larario con serpenti agatodemoni, e i ripostigli. Nell’ambito dei lavori che hanno portato alla riapertura della casa, sono stati eseguiti due saggi archeologici che hanno cercato di meglio puntualizzare le fasi che hanno caratterizzato la storia edilizia dell’edificio. Il primo è stato realizzato nell’atrio mentre il secondo tra il disimpegno posto alle spalle del tablino e il peristilio. In entrambi i casi i risultati hanno confermato la tesi di partenza. In origine esistevano due blocchi distinti costruiti nel corso del II secolo a.C. che vennero unificati soltanto nella prima età imperiale a seguito di una complessiva riorganizzazione dell’intero settore nord-occidentale dell’Insula in cui venne edificato anche il cd. Collegio degli Augustali.
Scheda degli interventi tecnici attuati
nella Casa del Colonnato Tuscanico
In ambito architettonico e strutturale, molteplici sono gli obiettivi che hanno caratterizzato la progettazione degli interventi nelle sei domus, tra cui:
- sperimentare tecniche ripetibili, in particolare relativamente al miglioramento degli interventi sugli elementi di integrazione moderna;
- sperimentare approcci per le modalità di visita in modo da ampliare l’apprezzamento e monitorare in seguito l’impatto sul patrimonio archeologico;
- affrontare il tema della protezione in situ dei reperti in legno carbonizzato, congiuntamente con interventi di restauro e consolidamento;
- affrontare lo studio della vulnerabilità sismica degli edifici, che nel contesto urbano quale è l’antica città di Ercolano non possono essere considerati come singole unità, ma piuttosto strettamente interconnessi al contesto circostante dell’insula; conseguenza delle valutazioni sulla vulnerabilità sismica è stata la progettazione degli interventi mirati al miglioramento della risposta dei ruderi alle azioni dinamiche.
La Casa del Colonnato Tuscanico rappresenta la domus in cui finora sono stati maggiormente affrontati tutti i temi sopra citati, ai quali sono state compiutamente date risposte e soluzioni. In questa domus, affetta dalle forme di degrado tipicamente causate dalla mancanza di coperture e caratterizzata dalla presenza di elementi strutturali costituiti da materiali poco compatibili con le fragili strutture archeologiche (ad esempio, architravi in cemento armato; oppure orizzontamenti di copertura eccessivamente pesanti per le murature) sono state eseguite opere che hanno interessato principalmente il quartiere del peristilio, pur non trascurando le criticità presenti nel quartiere dell’atrio (rifacimento creste murarie, sostituzione di solaio di copertura sul tablino, sostituzione di architravi in c.a. con architravi in legno).
Di particolare rilevanza è stato il delicato intervento di parziale scomposizione e sollevamento della muratura al di sopra delle colonne del peristilio con annessa trabeazione, con conseguente innalzamento delle colonne stesse mediante aggiunta di filari di laterizi, per ovviare al disallineamento degli antichi alloggi delle travi presenti nella muratura.
La maggior parte degli interventi sugli apparati decorativi selezionati in questo progetto predilige il consolidamento degli intonaci e del film pittorico, rispetto ad operazioni più estetiche come la pulitura o il ritocco pittorico, perché in fase di progettazione l’obiettivo era eliminare il rischio di perdita del bene, cercando di uniformare le condizioni conservative a quelle del resto del sito che stava cambiando.