Questa vetrina ricostruisce idealmente il banco di lavoro di un’antica cucina di Ercolano, offrendo una selezione di oggetti provenienti da diversi contesti del sito archeologico, tutti accomunati dall’impiego nella preparazione e nella cottura degli alimenti.

Tra questi spicca una caldaia in bronzo (1), elemento fondamentale per la bollitura di zuppe e stufati, che veniva posizionata su un sostegno triangolare in ferro (2). Quest’ultimo permetteva di collocare qualsiasi recipiente sopra il letto di brace, garantendo una distribuzione uniforme del calore: lo stesso principio si applicava anche alla pentola in bronzo (3), anch’essa utilizzata per cotture lente e omogenee.

Un interessante gruppo di tre teglie in bronzo testimonia l’evoluzione e la varietà delle tecniche di cottura nell’antichità. La prima, di forma rettangolare con uno stampo a sagoma di pollo (4), era destinata con ogni probabilità alla preparazione di pasticci di carne, secondo un procedimento descritto da Varrone, che prevedeva una successione di grigliatura, bollitura e cottura a vapore, arricchita da spezie. La seconda teglia, caratterizzata da quattro cavità emisferiche (5), suggerisce l’intento di ottenere pietanze dalla forma regolare e standardizzata, forse anche porzioni singole. La terza, di forma triangolare (6), si distingue per la sua versatilità: oltre alla preparazione dei cibi, potrebbe essere stata utilizzata come strumento di misura, grazie alla struttura stabile, leggera e facilmente maneggiabile. Completa la serie una padella in bronzo (7), ideale per fritture, che ben rappresenta l’attenzione alle diverse modalità di cottura proprie della cucina dell’epoca.

Accanto a queste si colloca un vaso a imboccatura e fondo ellissoidale (8). Il nome con cui sono comunemente indicati questi contenitori, “forme da pasticceria”, suggerisce un impiego nella preparazione e cottura di alimenti. Tuttavia, è plausibile anche un loro utilizzo come contenitori per misurazioni, coerente con la presenza di un bordo netto, adatto a operare misure rase e precise. Non si può infine escludere che gli esemplari di dimensioni ridotte fossero adibiti a usi di toeletta, per aspersioni, o come contenitori per saponi e paste.

Completano la dotazione altri utensili indispensabili nella cucina dell’epoca: un catino in bronzo (9), probabilmente utilizzato per lavare o mescolare gli ingredienti, con una raffinata decorazione a protome d’anatra sulla terminazione del manico; un ampio tegame (10) e un coperchio in argilla (11), strumenti perfetti per cotture lunghe e uniformi.

Una collezione di utensili che racconta una cucina antica ricca di tecnica e creatività, dove il cibo non era soltanto nutrimento, ma anche un’occasione di sperimentazione, ingegno e sapere pratico.